
Il Festival di Sanremo: l’evento dell’anno che nessuno guarda (così dicono) ma di cui tutti sanno tutto. Un appuntamento che divide il Paese come un derby, ma con meno sportività e più paillettes. Eppure, anche nel magico mondo dell’Ariston, a volte le giurie si lasciano sfuggire autentici capolavori. Sì, parliamo dei flop che, nel giro di poco, diventano top. In questo articolo, esploriamo i casi più eclatanti, ironici e iconici della storia del festival.
Vasco Rossi e la sua "Vita Spericolata" (1983)
Flop col botto: penultimo posto al Festival del 1983.
Traduzione? La giuria ascoltava ma non capiva.
Vasco Rossi, il rocker di Zocca, si esibisce con Vita Spericolata, destinata a diventare un inno generazionale. Il risultato? Penultimo. Per di più, abbandona il palco prima della fine, rivelando che le performance erano in playback. Grazie Vasco, ma il segreto di Pulcinella era già noto. Oggi quel "penultimo" fa ridere, ma allora la giuria sembrava composta da gente più confusa che felice.
Zucchero e la rinascita di "Donne" (1985)
Flop dolceamaro: penultimo posto.
La realtà: il pubblico aspettava i Duran Duran.
Sanremo 1985: Zucchero porta Donne e viene accolto con la stessa empatia di un controllore sul treno. Critica impietosa, pubblico freddo. Ma appena il festival finisce, il brano prende il volo, diventando il trampolino di lancio per una carriera leggendaria. A pensarci bene, Sanremo era solo il riscaldamento.
Mia Martini e "Almeno tu nell’universo" (1989)
Flop (relativo): nono posto, perché "Le mamme" di Toto Cutugno era troppo forte.
Spoiler: la critica salva la giornata.
Nel 1989 Mia Martini torna sul palco con Almeno tu nell’universo. La sua interpretazione è potente, ma il podio le viene negato in favore di capolavori come Cara terra mia di Al Bano e Romina (sì, è sarcasmo). Fortunatamente, il brano vince il premio della critica e viene ricordato come uno dei più grandi successi della cantante. A proposito, qualcuno si ricorda il testo di Le mamme? Noi no.
Carmen Consoli e il debutto incompreso (1997)
Flop precoce: eliminata alla prima serata.
Motivazione: “Un lamento.”
Nel 1997, Carmen Consoli debutta con Confusa e felice, ma la giuria non apprezza il suo stile vocale, definendolo troppo “sussurrato”. Traduzione? Hanno completamente ignorato quello che sarebbe diventato il suo tratto distintivo. Oggi Carmen è una delle cantautrici più amate, mentre i giurati... beh, probabilmente sono ancora confusi.
Daniele Silvestri e il tormentone "Salirò" (2002)
Flop scalatore: 14° posto.
Risultato: "Ballato" nei secoli dei secoli.
Nel 2002, Daniele Silvestri porta Salirò e viene inspiegabilmente relegato ai margini. Il pubblico, però, lo trasforma in un tormentone indimenticabile, facendolo ballare ovunque, dalle discoteche agli aperitivi. Ancora oggi, il brano è uno dei più iconici del millennio. Premio della critica? Certo, per coprire la figuraccia della giuria.
Perché a Sanremo il flop è il nuovo top
Se c’è una lezione da imparare da questi casi, è che a Sanremo arrivare ultimi è quasi una benedizione. Le giurie sbagliano (spesso), ma il pubblico ha sempre l’ultima parola. E in fondo, i veri successi non hanno bisogno di medaglie: bastano un palco, una canzone e un po’ di sana ironia, come raccontiamo nella nostra rubrica.
E voi? Qual è il vostro flop preferito che si è trasformato in top?